Coltivare le Orchidee è facile a patto di conoscere e rispettare poche semplici regole. Iniziamo col precisare che con il termine “Orchidee” ci riferiamo in realtà a tante specie differenti come la Cattleya, il Cymbidium, il Dendobrium o l’Oncidium. La Phalaenopsis è sicuramente l’Orchidea più diffusa nelle case degli italiani.
Come coltivare le Orchidee: la Phalaenopsis
Le Phalaenopsis sono Orchidee tropicali molto amate per la loro bellezza: i fiori ricordano una farfalla e possono essere bianchi, rosa, fucsia, giallo, arancioni ma anche maculati o striati grazie alle centinaia di ibridi disponibili. Originaria delle foreste tropicali dell’Estremo Oriente, è il fiore simbolo dell’Indonesia dove è considerato un augurio di longevità, poiché i suoi fiori durano molto a lungo.
Inoltre molti studi hanno dimostrato che la Phalaenopsis ha la capacità di assorbire e filtrare gli inquinanti indoor, in particolare lo xilene e il toluene, due solventi comunemente utilizzati nelle vernici per mobili.
Dove posizionarla
La Phalaenopsis si coltiva in appartamento perché teme il freddo e non resiste sotto i 15°C. Possiamo posizionarla all’aperto solo in estate, ma fate attenzione ai forti venti che potrebbero danneggiare i suoi fiori molto delicati.
La scelta della giusta posizione è fondamentale per il benessere della pianta: vuole luce ma senza sole diretto poiché i raggi potrebbero ustionare le foglie. L’ideale è posizionarla vicino a una finestra, protetta da una tenda leggera e lontana da fonti di calore (come i caloriferi) o correnti d’aria.
Inoltre l’ambiente ideale per la crescita delle Orchidee in casa deve essere arieggiato ma senza correnti fredde, con un una buona umidità atmosferica.
Alcuni segnali di malessere che la pianta ci manda sono spesso figli di una posizione sbagliata. Se i boccioli cadono senza aprirsi, è una reazione a un malessere ambientale: proviamo a spostare la Phalaenopsis in una posizione più calda, più luminosa e più umida. Se fiori e foglie si afflosciano improvvisamente, la causa può essere invece un colpo di freddo.
Come irrigarla
La Phalenopsis è una pianta epifita, ciò significa che in natura cresce a ridosso di altre piante, ma solo come sostegno e non per trarne nutrimento come fanno i parassiti. Le radici hanno quindi un ruolo soprattutto funzionale, per il sostegno della pianta, poiché le Orchidee assumo l’acqua attraverso l’umidità ambientale anche dalle foglie.
Per questa ragione le Orchidee coltivate in vaso utilizzano un particolare terriccio, detto bark, composto da torba e pezzi di corteccia.
Un po’ tutte le Orchidee temono gli eccessi idrici che possono generare con grande facilità delle malattie fungine. Il modo migliore per bagnare una Phalaenopsis è di immergerla con il vaso trasparente in un lavandino o un catino pieno d’acqua, avendo cura di immergere solo una parte del vaso senza far esondare il terriccio. Dopo circa 15 minuti possiamo togliere dall’acqua la nostra Phalaenopsis, avendo cura di lasciarla scolare per almeno 30 minuti prima di riporla nel cachepot. Meglio effettuare questa operazione al mattino, per sfruttare il sole e il caldo per l’evaporazione dell’acqua in eccesso. Dovrà essere completamente asciutta: niente acqua nei sottovasi delle Orchidee!
Questa operazione dovrà essere effettuata 1 o 2 volte alla settimana in primavera e in autunno, andando a intensificare in estate (2/3 volte) e a ridurre in inverno (ogni 10 giorni).
A proposito di irrigazione, è buona norma vaporizzare la chioma, poiché le Phalaenopsis traggono nutrimento anche dalle foglie. Attenzione a non bagnare i fiori, per non rovinarli. Nelle giornate più calde andrebbero vaporizzate tutti i giorni, nei mesi più freddi una volta alla settimana.
Le Orchidee, infine, richiedono un’acqua senza cloro e calcare: le particelle presenti nell’acqua potrebbero occludere gli stomi delle foglie, provocando un tipico scolorimento delle foglie. Se l’acqua del vostro rubinetto fosse troppo dura, potete lasciarla decantare in un secchio per una notte, per far depositare sul fondo il calcare. Altrimenti possiamo utilizzare acqua distillata. In alternativa c’è sempre l’acqua piovana: se la raccogliete la vostra Orchidea apprezzerà!
La concimazione
Come per tutte le piante in vaso, è importante prevedere un ciclo di concimazione. La soluzione più comoda sono gli stick monodose, specifici per Orchidee, da infilare direttamente nel substrato. Avendo una durata di circa 15 giorni, possiamo procedere alla concimazione con gli stick dopo la bagnatura.
Il rinvaso e la scelta del contenitore
Il rinvaso si effettua solo quando è necessario e soprattutto per gli esemplari adulti. Ci sono però alcune situazioni in cui è necessario: anzitutto quando lo chiede la pianta, cioè quando le radici si sviluppano ed escono dal vaso. Altri buoni motivi per cambiare il substrato sono la presenza al suo interno di funghi o di parassiti oppure quando inizia a decomporsi: il bark va sostituito ogni 2-3 anni.
Il rinvaso va effettuato con molta delicatezza e dopo la fioritura, per evitare che lo stress la inibisca. Vi consigliare di bagnare le radici per renderle più elastiche. Manipolate con delicatezza le radici per evitare rotture.
All’atto del rinvaso preferite i vasi trasparenti in plastica con fori di drenaggio. Le radici delle Phalaenopsis hanno striature verdi che dimostrano un’attività di fotosintesi clorofilliana, che verrà inibita con un vaso non trasparente. Se però preferite un contenitore colorato, potrete usare un coprivaso, in cui inseriremo il contenitore trasparente: la pianta crescerà bene anche così.
Come fare rifiorire la Phalaenopsis
La Phalaenopsis fiorisce da novembre ad aprile e non è facile farla rifiorire, perché non è semplice ricreare le condizioni ideali. La rifioritura si basa su due fattori: la luce e la temperatura, in particolare uno sbalzo termico. Come avviene in natura nelle foreste quando la temperatura passa dai 10°C della notte ai 30° del giorno.
In particolare la Phalaenopsis fiorisce quando le minime notturne scendono a circa 15°C e c’è uno sbalzo termico rispetto alle massime diurne di 25°C. Un trucco per “stimolare” la fioritura è di posizionare la pianta all’esterno di notte per poi riportarla in casa di giorno nel posto più assolato, quando all’inizio della primavera le temperature notturne iniziano a superare i 15°C.
In molte Orchidee si taglia il ramo dopo la completa sfioritura per stimolare la nascita di un nuovo stelo che fiorirà in futuro. Nel caso della Phalaenopsis possiamo evitare la potatura, poiché i nuovi fiori possono nascere anche da lì.
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