Quello di innaffiare le piante in vaso è l’unico vero impegno che ci prendiamo quando ospitiamo una pianta in casa. Le piante coltivate in giardino possono cercare con le radici, in profondità nel suolo, i nutrienti e l’umidità necessari. Ma le piante in vaso si devono accontentare di un piccolo “pane” di terra, con risorse destinate a esaurirsi: perciò il primo segreto per coltivare con successo le piante d’appartamento è il rispetto di cicli periodici di irrigazione e concimazione.
Come e perché innaffiare le piante in vaso
L’acqua è un elemento fondamentale per la corretta crescita delle piante d’appartamento. La sua mancanza provoca perdita di foglie e ingiallimenti, fino al deperimento dell’esemplare. Non tutte le piante hanno lo stesso approccio all’acqua: le piante grasse e succulente hanno la capacità di immagazzinare l’acqua in eccesso per sopportare meglio i periodi di siccità, quindi possono essere irrigate più saltuariamente. Una piantina di Basilico invece va irrigata anche tutti i giorni nei mesi caldi, perde tende a deperire facilmente in mancanza d’acqua.
La prima regola in fatto di irrigazione è che non esistono regole!
L’intervallo tra una irrigazione e l’altra dipende da molti fattori: come la temperatura, l’esposizione al sole e al sole, la grandezza del vaso e, come abbiamo visto, anche dal tipo di pianta. È evidente che l’umidità trattenuta dal terriccio tenderà a evaporare più velocemente in un vaso piccolo esposto al sole di luglio, piuttosto che in una grande fioriera a marzo. L’unica regola è la nostra sensibilità: il momento giusto per irrigare le piante è quando il terriccio risulta asciutto al tatto.
Nei vasi di grandi dimensioni, il terriccio riesce a trattenere più a lungo l’umidità poiché i raggi solari agiscono solo sul substrato superficiale. Sfruttando questa caratteristica, suggeriamo di bagnarli in abbondanza a distanza di molto tempo, piuttosto che poco tutti i giorni.
I vasi di piccole dimensioni meritano invece una maggiore attenzione, specialmente nei mesi più caldi e se esposti al sole. Il poco terriccio contenuto nel vaso tende infatti a evaporare più velocemente, andando a vanificare una parte dell’irrigazione. Specialmente le piante fiorite, in estate vanno bagnate anche tutti i giorni se sono coltivate in vasi di piccole dimensioni ed esposte al sole.
Conviene sempre innaffiare al mattino presto o la sera tardi: quando il clima è fresco e l’acqua evapora più lentamente. Mai bagnare le piante nelle ore centrali del giorno: lo shock termico per le radici sarebbe eccessivo e la forte evaporazione provocherebbe la rapida perdita dell’umidità disponibile.
Attenzione a non eccedere
Quando irrighiamo può capitare che l’acqua vada a riempire anche il sottovaso. Non è un problema, anzi il terriccio si deve bene impregnare per poter rilasciare umidità nel corso del tempo.
Ma non bisogna eccedere. La persistente presenza di acqua nei sottovasi può generare malattie fungine e asfissie radicali. Oltre a essere la condizione ideale per l’ovulazione delle zanzare. È quindi buona norma, dopo circa 20-30 minuti dall’irrigazione, svuotare i sottovasi dall’acqua in eccesso.
Molte piante, come per esempio le acidofile e le Orchidee, non amano il cloro presente nell’acqua della rete idrica. La soluzione più ecologica ed economica è la raccolta dell’acqua piovana. In alternativa possiamo lasciare l’acqua per una notte in un annaffiatoio per far decantare il cloro sul fondo.
Se usiamo un annaffiatoio, cerchiamo di irrigare soltanto il terreno e non le foglie o i fiori. Molte piante non lo sopportano. Ci sono annaffiatoi con becco molto lungo, appositamente studiati per questo scopo. Le piante che amano l’umidità ambientale, devono essere trattate con un vaporizzatore.
Chi bagna al posto nostro?
Se avete paura di dimenticarvi o proprio non avete tempo per irrigare le piante, ci sono delle soluzioni studiate apposta per voi!
Per le piante d’appartamento possiamo ricorrere ai vasi con riserva d’acqua: a seconda della grandezza, si riempiono periodicamente ed erogano la giusta umidità alle piante. Di solito hanno anche un segnalatore che indica la mancanza d’acqua.
In alternativa possiamo ricorrere a particolari gel che rilasciano gradualmente umidità al terriccio: si tratta di acqua complessata, che a contatto con l’aria e il terreno si degrada rilasciando liquidi alle radici. Hanno una autonomia di 10-15 giorni e sono indicati anche in caso di assenze prolungate.
Per le piante coltivate sul terrazzo la soluzione migliore è un impianto fisso di micro irrigazione gestito da una centralina. In commercio sono disponibili dei kit economici e facilissimi da montare per un qualsiasi bricoleur che risolvono definitivamente il problema. Gli irrigatori a goccia permettono di dosare l’irrigazione quando e dove necessario. Mentre centralina assicura la condizione ottimale per la crescita delle piante e ci libera da questo compito anche quando siamo in vacanza.
In alternativa, sempre sul terrazzo, possiamo ricorrere a dei kit con serbatoio, tipicamente concepiti per irrigazione le piante in nostra assenza durante le vacanze, ma che nessuno ci vieta di usarli tutti i giorni. L’impianto di micro irrigazione è simile a quello appena descritto, ma al posto del rubinetto c’è un serbatoio, spesso dotato di un programmatore che scandisce gli orari di irrigazione. Quest’ultima soluzione è utile per chi non avesse un rubinetto sul terrazzo: se andate in vacanza con la centralina in funzione, dovete infatti fare in modo che sia facilmente accessibile dall’esterno. In caso di guasto all’elettrovalvola (anche i microchip si possono rompere), sarà facile chiudere il rubinetto per chi dovrà intervenire ed eviterete di allagare i vicini, specie se vivete in condominio.
Piante con poche esigenze!
Se per noi l’irrigazione è un problema, potrebbero diventare nostre alleate le piante tipiche del Mediterraneo, che l’evoluzione ha modellato per ridurre al minimo la necessità di acqua.
Per le piante annuali da fiore puntiamo su Cineraria, Elicriso, Gazania, Lantana e Portulaca. Mentre per aromatiche diamo la preferenza a Lavanda, Origano e Rosmarino.
Tra gli arbusti resistenti alla siccità possiamo invece puntare sul Biancospino, il Callistemom, il Corbezzolo, l’Ibisco di Siria, il Ligustro, l’Oleandro, il Pittosforo o la Santolina.